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    Mulinello Spinning: cos’è, come funziona e come scegliere quello giusto

    Il mulinello spinning è un dispositivo meccanico che, attraverso una serie componenti, consente di svolgere e riavvolgere a mano la lenza. Un mulinello è formato in linea di massima da nove diverse parti, che vanno dal guidafilo, alla bobina protetta. Quando si deve scegliere un mulinello spinning è bene tenere conto di ogni singola caratteristica che possa influenzare in modo positivo ogni movimento compiuto. Il mulinello deve aiutare il pescatore a raggiungere l’obiettivo prefissato.

    I fattori da valutare sono moltissimi. Ad esempio lo scorrimento della lenza, la potenza della frizione, o la robustezza e la taglia del pesce da pescare. Le dimensioni nei mulinelli spinning contano moltissimo ed hanno, alla fine, un peso rilevante nella decisione finale. Lo scopo comunque è quello di riuscire ad ottenere l’equilibrio migliore tra canna da pesca spinning e mulinello spinning.

    Mulinello Spinning: un compito gravoso

    Nella pesca sportiva a spinning il mulinello riveste un ruolo piuttosto gravoso. Non è infatti solo questione di canna. Per questo motivo la prima cosa da guardare prima di acquistare un prodotto, è la qualità dei materiali di cui sono fatti. Compatibilmente alle proprie risorse, scegliere sempre articoli di qualità superiore che garantiscano resistenza ed affidabilità.

    In commercio oggi è possibile trovare moltissime varietà di mulinelli spinning con caratteristiche particolari che si adattano a qualunque esigenza:

    • cuscinetti a sfera

    • bordo bobina in ceramica rivestita di titanio

    • molla che lavora in compressione

    • bobine coniche

    • alberino a doppia filettatura

    • ecc…

    La tecnologia e le innovazioni di settore sono un punto chiave per la pesca a spinning. Aiutano a migliorare affidabilità e robustezza, semplificando molto il lavoro al pescatore.

    I fattori da considerare nella scelta del mulinello

    Come precedentemente accennato, quando si arriva a scegliere un mulinello spinning si devono considerare diversi fattori:

    1. numero di cuscinetti

    2. materiale di cui è composto

    3. rapporto di recupero

    4. dimensioni bobina

    La qualità di scorrimento della lenza è assicurata dal numero di cuscinetti a sfere presenti nel mulinello. I cuscinetti devono essere posizionati nei punti giusti e devono essere soprattutto di buona qualità. I migliori risultano quelli in acciaio inox possibilmente sigillati.

    I materiali sono un’altra grande variabile. Ad esempio la frizione del mulinello può essere fatta con dischi in plastica, in acciaio, oppure in kevlar. Sull’elemento frizione poi a fare la differenza è anche il numero di scatti necessari affinché sia effettuato un giro completo. Maggiore è il numero degli scatti della frizione, maggiore sarà la precisione.

    Infine il rapporto di recupero è una delle caratteristiche che troppo spesso è trascurata quando si sceglie un mulinello spinning. É un fattore importante e decisivo in fase di “combattimento” e recupero del servizio. Ogni qualvolta viene girata la manovella, il rullino guidafilo che avvolge il filo lungo la bobina, non compie un solo giro, ma ne fa molti di più. Questo permette al recupero di essere molto più veloce. In un rapporto 7:1, ad esempio, ad ogni giro di manovella, la bobina compie 7 giri, quindi 7 riavvolgimenti.

    Nella pesca a spinning un recupero veloce prevede un mulinello con rapporto di recupero di almeno 6,2:1). Questo facilita le cose in caso di pesca con forte corrente, per non perdere il contatto con l’esca artificiale. Altro motivo per scegliere un rapporto veloce è nel caso in cui si necessiti stimolare l’attacco da parte dei pesci da predare (come ad esempio i pesci serra).

    Un rapporto di recupero lento invece (come ad esempio un 4,8:1) è più adatto alla pesca di pesci più lenti (come la spigola ad esempio). La permanenza dell’esca in acqua sarà quindi maggiore e adatta al recupero lento.

    Le dimensioni della bobina sono importanti. La sua circonferenza determina l’uscita del filo. Più piccola sarà la circonferenza, più lenta sarà l’uscita del filo. All’aumentare delle dimensioni però, aumenta anche il peso del mulinello. All’aumento delle dimensioni, lievita anche il prezzo e la qualità. Il peso a sua volta diminuisce all’aumento del prezzo. É questione quindi di trovare un buon rapporto tra dimensioni, qualità e prezzo.

    Non esistono comunque regole scritte. Più che altro indicazioni. Ogni spinner è libero di scegliere l’attrezzatura che preferisce, in base al proprio gusto e alle proprie capacità.

  • ESCHE ARTIFICIALI

    Le esche artificiali sono entrate a far parte del mondo della pesca da ormai molto tempo. In Italia, in Francia, America, Norvegia, Scandinavia, ecc… Le artificiali sono ormai utilizzate per diverse tecniche. In particolare trovano applicazione per la pesca a spinning, anche se non è comunque l’unica a preferirle.

    Possiamo innanzitutto suddividere le esche artificiali in due macro categorie: Hard Baits e le Soft Baits. Le hard baits sono le “esche dure” (come le Spoon Mare, oppure le Rapala Minnow, le Totanare Yo-Zuri, o le Viper Minnow). Vale a dire quelle costruite in balsa,resina,legno, plastica, ecc… Variano per dimensione, forma e peso. Lo scopo delle esche artificiali è quello di stimolare e attirare la curiosità o la voracità dei pesci predatori. Per essere efficaci devono però essere mosse con maestria. Il movimento dipende dalla destrezza di polso del pescatore, che deve saper eseguire una specifica animazione attraverso la canna da pesca.

    Esche artificiali: varietà, caratteristiche ed impieghi

    Nella macro categoria delle esche artificiali Hard Baits troviamo cinque diverse sotto categorie:

    1. Minnows

    2. Wtd

    3. Popper

    4. Jig

    5. Skipping

    Le minnows sono state tra le prime esche artificiali ad essere utilizzate nella pesca a spinning. La loro forma rispecchia perfettamente quella di un pesce. Per essere usate efficacemente il movimento simulato deve emulare quello di un pesce ferito. Gli stessi Minnow si suddividono in:

    • Floating – sono galleggianti e lavorano a pelo d’acqua, o poco sotto la superficie

    • Suspending – sono esche artificiali che mantengo la profondità acquisita durante il recupero (non affondano, ma non risalgono nemmeno in superficie)

    • Sinking – appena lanciate affondano, sono costruite apposta per inabissarsi.

    • Lippless – non hanno paletta e sono caratterizzati da un nuoto abbastanza irregolare

    • Darter – esche artificiali molto valide appena sotto la superficie, non hanno paletta e il muso è tagliato di traverso

    • Long Jerk – lunghi e affusolati, tagliano l’aria e sono molto aerodinamici

    Esche artificiali: Top Water a pelo d’acqua

    Tra le varie esche artificiali hard baits troviamo anche le Top Water. Sono artificiali che lavorano a pelo d’acqua e che affondano massimo per una decina di centimetri. Tra questi ricordiamo:

    WTDWalking the Dog – bombati e senza paletta, hanno un nuoto a zig-zag che simula un pesce ferito. La testa dell’esca solitamente rimane fuori dall’acqua. All’interno hanno una serie di sfere metalliche chiamate “rattling”. Queste muovendosi provocano rumori e vibrazioni che attirano i predatori.

    Poppergrosse e pesanti sono adatte a pesci di taglia. A bocca cava, presentano un forte attrito con l’acqua che produce spruzzi e bolle, che attira i pesci.

    Skipping

    Non hanno la forma di un pesce, ma piuttosto assomigliano ad un piccolo siluro, o ad una saponetta affusolata. La loro forza sta tutta nel movimento. Recuperate velocemente saltellano sull’acqua, alternando qualche breve affondo (sono esche artificiali adatte alla pesca di predatori di galla come lampughe, leccie amia e serra).

    Jig

    Esche metalliche per le grandi distanze. Leggere e dalla forma piatta, arrivano sul fondale con movimenti lenti, simili a quelli compiuti da una foglia che cade dal ramo dell’albero.

    Esche artificiali: soft baits

    In questo caso si tratta di artificiali in gomma o silicone che riproducono fedelmente i pesci di cui i predatori si cibano. Hanno movimenti sinuosi ed estremamente naturali. La loro consistenza inganna i pesci, perché è simile a quella di un essere vivente. Sono molto flessibili e tendono a vibrare se adeguatamente sollecitate dai movimenti di polso. Sul mercato si trovano molteplici varietà di imitazioni siliconiche.

    Maggiore è la somiglianza al pesce di cui i predatori si cibano, maggiore è il potenziale dell’esca. Anche se l’aspetto non è l’unico elemento importante nelle esche artificiali. Altri fattori, come il peso, il movimento, nonché la capacità del pescatore, determinano o meno la cattura dei pesci.

    Tra le soft baits, o esche siliconiche, troviamo, ad esempio:

    1. shad

    2. cefalopodi

    3. vermoni

    4. grub

    5. creature

    6. craw

    7. ecc…

    Shad

    Sono forse tra le più comuni esche artificiali siliconiche. L’aspetto è quello di un piccolo verme ed è forse l’esca artificiale maggiormente utilizzata. La scelta delle shad deve essere fatta tenendo conto delle sue dimensioni. Queste dovranno essere proporzionate alla preda da insidiare. L’utilizzo delle shad non è particolarmente complesso e sono, per lo più, utilizzabili in qualunque situazione visto che imitano piccoli pesciolini.

    Cefalopodi

    Imitazioni di esseri invertebrati, sono esche molto catturanti. Imitano, nell’aspetto e nei movimenti, piccoli granchi, cefalopodi e gamberi. Non esistono comunque regole fisse da dover seguire. Tutto dipende dal tipo di tecnica di pesca che si vuole praticare e dal pesce che si desidera catturare.

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